L'#avvento

 Domenica di Ciccio Bergoglio : 




una piattaforma finita in mano ad una persona che, in appena un giorno, ha licenziato metà dei dipendenti, si è mosso in modo randomico per cui si è fatta grande confusione con i famosi “bollini blu” di autenticazione, e infine – chicca delle chicche, probabilmente – ha affidato ad un sondaggio online una cosa tanto delicata quanto il ritorno su Twitter di Donald Trump. Per inciso, sull’esito (di poco) favorevole al rientro di Donald (che peraltro ha detto grazie ma anche no) Elion si è affrettato ad affermare Vox Populi Vox Dei. Peccato che però tale conclusione – nel caso di Twitter almeno – sia parecchio discutibile, come altri hanno subito evidenziato. Una delle alternative più interessanti a Twitter, è indubbiamente Mastodon. Esiste già da tempo, ma è finito sotto i riflettori solo adesso che molta gente sta ragionando seriamente sul trasferirsi altrove (se invece pensavate a Jaiku o Quaiku – complimenti, avete buona memoria – sono ottimi sì, ma sono anche morti). 

 Ma qui, bisogna precisare. Mastodon non è un sito. Mastodon è un software (open source, tra l’altro). Di Mastodon, in giro, ce ne sono moltissimi. O meglio, di istanze Mastodon, per essere precisi. Ognuno può aprire un server e istallarci sopra Mastodon (il quale si scarica gratuitamente dalla rete), creando una comunità con le sue specifiche regole (debitamente rilanciate all’occorrenza). La gente poi si iscrive e pubblica messaggi, in modo concettualmente non molto diverso da Twitter. L’ho fatta semplice, lo so. A dire il vero, ci sono alcune diversità, che riflettono peraltro l’impostazione filosofica differente, non orientato a trattenerti nella piattaforma: ma esulano un po’ dal nostro discorso, dunque lasciamo ad ognuno il gusto di scoprirle piano piano. D’altra parte, è certo più bello scoprirle da soli, mentre si frequenta l’ambiente, piuttosto che dover digerire una lista tutta di seguito, che poi nemmeno la si ricorda.

 In ogni caso, dopo un po’ si capisce che il vero punto di forza di Mastodon non è tanto la specifica conformazione del software – quanto è simile e quanto è diverso da Twitter (cosa che può piacere o non piacere, a seconda dei gusti) – ma è qualcosa che sottende tutta la faccenda, ovvero l’adesione allo standard chiamato ActivityPub. Personalmente, questa è la cosa che mi ha affascinato di più. In breve, ActivityPub è un “protocollo di reti sociali” fatto in modo che differenti implementazioni di un servizio (ed anche, differenti servizi) si possano parlare tra loro. Un po’ come la posta elettronica: se io sono su Google e tu sei su Hotmail possiamo tranquillamente scambiarci messaggi, non è certo necessario avere un account sulla medesima piattaforma. Analogamente, se ho un account su Mastodon.uno e tu sei su Sardegna.social possiamo seguirci a vicenda e possiamo interagire senza alcun problema.
 Tutto grazie a questo protocollo. E la cosa funziona anche attraverso diversi servizi, purché ovviamente aderiscano ad Activity Pub
 Insomma in questo schema non si gravita più intorno a pochi grandi “attrattori” (gli usuali Facebook, Instagram, Twitter…) che poi sono in mano ai soliti pochissimi e ricchissimi imprenditori. I quali, come sappiamo, sono naturalmente strutturati per massimizzare il profitto, che all’atto pratico vuol dire acquisire i tuoi dati a fini commerciali e cercare di prolungare il tempo che spendi sulla piattaforma stessa, in modo da servirti maggiore pubblicità (che poi se questo tempo lo passi mentre ti avveleni in discussioni per la politica o lo sport, comunque ai loro fini va bene tutto). Non si è più preda di algoritmi che scelgono loro cosa presentarti in bella evidenza e cosa nasconderti, insieme agli immancabili “consigli per gli acquisti” basati sulla tua cronologia di navigazione e sulle tue interazioni. Insomma – oserei dire – non sei più un soggetto da sfruttare, ma sei di nuovo una persona. Ogni istanza Mastodon ha le sue regole: se non ti piacciono, puoi migrare da un’altra parte, fare casa su un’altra istanza. Non sei soggetto a come un Elion si alza la mattina, a quello che decide di fare con le spunte blu o con la moderazione dei messaggi. 


Sei indubbiamente più attivo, più protagonista. Se ci pensi, già il fatto di scegliere l’istanza cui aderire, implica un ragionamento, un’analisi. Io ho “riattivato” un account su Mastodon.uno, che avevo aperto in via sperimentale periodo della pandemia, ma non avevo realmente utilizzato. E sono entrato anche in social.vivaldi.net, con le credenziali che avevo già in quanto utente della community di Vivaldi, il mio browser preferito
Due istanze, perché su Mastodon.uno, si parla prevalentamente in Italiano (è tra le regole di tale istanza), mentre vorrei testare l’accont su Vivaldi per esprimermi in Inglese. Vediamo. Comunque ribadisco, un account su un server solo è sufficiente per interagire con tutti gli utenti di tutte le istanzefederate”. Questo è il bello. 
🗨 Ma potremmo dire, non solo Mastodon. 
Nel fediverso si trovano i corrispondenti di molti servizi commerciali. Al posto di YouTube c’è PeerTube, in luogo di Instagram trovi PixelFed, invece di usare Reddit puoi entrare su Feddit. 
 A proposito di Feddit, con un amico e collega abbiamo appena aperto uno spazio dedicato all’astronomia, naturalmente siete invitati a prendervi parte, anche solo per familiarizzare con questo fediverso, se volete. Dove appunto (e vogliamo proprio dimostrarlo) c’è spazio per tutto, anche per le stelle. La nuova community Astronomia su Feddit (… venite, venite forza) 

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