Vitalità del negativo e compassione '60

🅽 Vitalità del negativo allude ad una generazione di artisti, in un arco di tempo dal 1960 al 1970, che partendo da una nozione sperimentale, è approdata a una nuova dimensione, di un'arte che si manifesta come presa antropologica sul reale.

Il tema della mostra non vuole essere un confronto di tendenze (pop art, op art, arte cinetica, arte povera, ecc.) bensì sviluppare un discorso di convergenze di poetiche, per dimostrare come la generazione degli artisti in questi ultimi dieci anni, con la propria opera, ha inteso creare un'arte dove l'uomo possa ritrovare la propria interezza. Infatti, gli artisti di questa generazione partono dalla coscienza che l'arte agisca su un sistema di segni. Su un linguaggio, che è sempre trasparente al mondo, ma che non è il mondo. Significa invece, nella sua espansione, una occupazione problematica della realtà, dove il fare artistico può coincidere con l'esistere, per costituirsi come una forza totale di rianimazione del mondo.

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