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Buongiorno la critica militante oggi vorrei discutere uno studio di Mimmo Cangiano edito da nottetempo intitolato cultura di destra società di massa Europamille ottocentosettanta mille novecentotrentanove questo studio si dice nell' introduzione è dedicato alla produzione culturale dell' intellighenzia europea di destraproduzione letteraria storica filosofica specie in ambiente tedesco francese italianoed è dedicato anche alle connessioni e divergenze politiche e culturali tra una tale produzione e in un clic ideologici che alimentarono i fascismi si tratta quindi di un libro continentale salvo poche pagine in cui con una pericolosa tangenza proprio con la cultura di destra l' autore svaluta e schiaccia supposizioni banali o naturaliter reazionarie il dibattito a proposito dei paesi anglosassoni il tema centrale avvisa subito Cangianoè quello della comunità in relazione allo sviluppo atomizzate della società di massacioè quello della contrapposizione a questa società che cancella i rapporti a misura d' uomo di una comunità legata spesso un senso sacrale della lingua insomma un filone romantico perde arianotanti materialismo declinato sia contro il marxismo che contro la visione liberal capitalista e per Cangiano un leit motiv della cultura di destra a inizio Novecento poi nazionalismocomincia giocoforza inglobare nella sua visione le masse e allora e vittimismo e sindacalismovengono messi in rapporto con l' idea di corporazione contro il mondo del denaro dell' industria e poi della finanza ma anche contro la disgregazione comunitaria delle metropoli la cultura di cui si raccolgono le tracce in questo libro valorizza prima il mondo contadinoche oltre all' ingombrante Hofmannsthal qui Cangiano città pentite mezzo Soffici Boinepoi valorizza durante la Grande Guerra la comunità dei soldati e si pensa Barrès al solito soffice ma anche al democratico sceglie in seguito in un' Europa che oscilla tra nichilismoe restaurazione ormai mitologiche si apre la strada ai vola evita gli ideologi nazisti ma anche su un piano tutto diverso all' Italia destra paese di Malaparte che vede invece il fascismo come rivoluzione contro riformisti classica antimodernaCangiano ricorda come il guerriero l' eroe tradizionale della cultura opposta alla stilizzazione diventi per alcuni autori all' altezza della Grande Guerra un produttore è il passaggio in cui sì rifunzionalizzare dice il materiale metafisico il passaggio da barre Samo Rasla svolta in cui la cultura di destra accetta la materia della modernità come nella visione di Junger che si potrebbe riassumere come Medio Evo più tecnicanel suo caso in altri si guarda insieme insomma a un prima è un dopo il disprezzato in forme presente borghese come del resto fanno tanti rivoluzionarie come fa quel personaggio ambiguo di Thomas Mann ispirato al giovane Luca Schenail Nafta della Montagna incantata la reazione la rivoluzioneentrambe per così dire in costume dopo il mille novecentodiciotto sfociano nell' elaborazione ideologica dei più giovani specie se piccolo borghesiin un movimento senza punti fermi e si pensi ad esempio qui alla cavalcata ideologica Suicide al passaggio da un estremo all' altro di un Dio la Rochellecomunque in autori riversi a diverse altezze cronologiche tornano alcuni temi di fondo in particolare l' ansia di unità organicità e totalità controllato Mizzau zio nee la cosiddetta razionalità strumentale la qualità contro la quantità o lo scambio lo spirito e l' organico contro il meccanico l' Europa antiche idealistica contro USA e URSS come luoghi della massificazione materialisticaCangiano certo molte letture alle sue spalle fin dal titolo si pensaa un libro famose quasi omonimo ma anche deludente dell' intelligentissima versatile Furio Jesi e si pensa a un altro libro recente di Antoine Compagnon sulla cultura antimoderna si confrontino ad esempio le rispettive pagine SuperGma qui prevale un riferimento credo molto più novecentesco il già citato Luca cioè è Luca c' hanno l' approccio con cui si tende a considerare tutto ciò che la cosiddetta cultura borghese ha prodotto dopo metà Ottocento come strumento di una difesa sempre più rozza anche quando non esplicitamente fascista contro il profeta proletariato come un modo insomma per usare le paroledi Cangiano di immobilizzare il progresso storico Luca Ciano neanche leggere in questa involuzione l' approdoillusorio brutale alla cito proiezione di una soggettività che si crede intatta perché parte del mobile modello archetipico della culturaLuca Ciano e sottolineare di continuo opponendo a queste ipostasi la dialetticae usando una parola stigma come Sclero utilizzazione scholae lottizzazione di posizioni idee dettagli scissi dal contesto ecceterala complicità reazionaria di mito romantico il mito positivista del resto in entrambi i centrale di identità della nazione il positivismotorna in effetti ideologia romantica quando non è settoriale come in Spencero sottolineare la complicità come pure fa piangevano del pensiero storicista Ico mitico formale per cui la storia emana tutta da un nucleo originario baby Spenglered è il pensiero invece razionale strumentale quello sedotto dalla mercificazione in quest' ottica Cangiano deve evidentemente allontanare il sospetto che anche lo storicismo e che lo marxista che gli è carodopotutto figlio del romanticismo abbia una parte negativa nelle tragedie modernema va ricordato a Cangiano che ogni volta che la dialettica voluto sostituire la scienza positiva da una parte e la tensione ideale più o meno utopica dall' altra sono stati guai e grossi guaigli va ricordato ancora che nessuno ha dimostrato che la dialettica sia più adeguata in concreto e non come puro gioco verbale nel conciliare progressivamenteil cosiddetto reale divisoe anche che lo storicismo finisce per natura rizzare se stesso rendersi astorico volgarmente ogni esplicativo e incapaci di far fronte alle contraddizioni reali Cangiano sostiene poi che il tentativo del recupero di un passato mitico sta al cuore della cultura di destra eppure anche nel marxismo hegeliano e lo cacciano che gli è carosi trova una tendenza del genere si presuppone si tende a presupporre infatti un' idea platonica della società senza classi cui si dovrebbe invece arrivare come noto Cases staccandosi cautamente dal suo maestro cioè proprio da Luca cioè ci si chiedesseinsomma se anche quel marxismo così esso stesso una forma pur sofisticata dell' anticapitalismo romantico una forma che finge di accettare voler superare la modernità ma la cui proiezione utopica assume inevitabilmente un aspetto arcaico comunitarioil fatto mi pare che l' essenza del moderno e la perdita di tutte le certezze è un processo di sviluppo che molto somiglia hai fatta se ne Chiani che volente Mutu Conte e nolente entrante questo è un problema di tutti a destra e a sinistrae il miraggio di una dottrina che sia insieme soggettive oggettiva scientifica militante fa del marxismo una forma di organici smog pigliatuttoproprio come le altre Cangiano in invece dà per scontato che sia in grado di suturare oltrepassare le ferite della modernità ma non ci dà e temo non ha prove del resto marxismo a parte il tema della comunità porta forse solo a destra cosa dire delle declinazioni che ne hanno dato oltre ad Hannah Arendt che immagino Cangiano riporti tutta borchie un Chiaromonte una Simon's Bay il e tutti i tentativi di controllo democratico e socialista dello sviluppo moderno tutte le esaltazioni di una civiltà artigianale che sedusse l' ho perfino Brecht quel Bretto oscillante tra questa esaltazione e un mito della tecnica vicino a quello Young arianocome in tanti marxisti anti umanisti del secondo Novecento a cui tutti questi tentativi sono forse davvero puro romanticismo destinato come vuole Cangiano ad alimentare la reazione Nostalgia di una civiltà premi le novecentoquattordici anche perché il quadro ideologico invece post mille novecentoquattordici lo so lo sappiamo bene oscillato tra nichilismo e ortodossia non è stato comunque più all' altezza della realtà effettuale neanche quando credeva di nominarlae in più ha perso la libertà del pensiero tra i totalitarismi la malafede della coscienza liberaldemocratica insommaper concludere la storia che Cangiano affronta è meno semplice di quello che ci vuole far credere io dire questo inizio Novecento si è verificatauna reazione idealistico volontaristica al materialismo e al fatalismo tardo ottocentesco che ha riguardato la destra come la sinistra e a sinistra lo confermano Luca c'è anche Gramsci più gentili hanno e leninista che marxistae e quanto all' ENI Nismo non è forse anche le Nimis una teoria e pratica dell' élite assimilabile per tanti aspetti a quella dei grandi e l' ITIS di conservatori Cangiano dà per scontato che la cultura non materialista sia di destra che il materialismo economicismo non marxista porti comunque verso strade regressive ovviamente per lui non hanno alcun interesse nel socialismo norma non marxista né Salvemini né altroProudhon lo vede solo come un antenato della destra e a Isaiah Berlin diventa per lui un puro conservatore e basta invece che si alluda una prassi paga un organismo declinato al futuro e comprendente a parole anche le novità moderne perché Cangianodia subito una patente progressiva così peròfinisce per ripetere di continuo le stesse categorie Parra lo cacciano e non motivando una prospettiva che oggi più che mai ha bisogno di essere credo giustificatanon si dice che Cangiano sia un buon barista lo cacciano però è un fatto che il suo libro sembra quasi tutta una parte un intrico di subordinate troppo somigliante a cui manca la principale non sono definiti prima ne è il punto di vista marxista nella cultura di destraè un po' un libro scritto come se i problemi posti da molti intellettuali di diverse culture fossero stati risolti davvero dai comunisti mentre lo sappiamoè vero il contrario è vero che la loro dottrina è diventata un mero passepartout culturali distico così com' è vero per tornare a quanto detto poco fa che la sinistra come la destracontinua ad avere oggi il problema delle comunità misura d' uomo non a caso in tanti si richiamano al marxismo ma poi scopri che difendono il piccolo il piccolo è bellonello stile no globalinsomma grande è la confusione sotto il cielo la situazione non è per niente eccellente e forse dobbiamo prenderne atto nel guardare sì al presente che al passato a risentirci venerdì prossimoQuesto lavoro rappresenta il primo studio organico che indaga la genesi delle idee del modernismo italiano, ossia di quel fecondo momento della letteratura italiana, nei primi decenni del secolo scorso, in cui si è verificata una definitiva crisi e un rovesciamento dei valori tradizionali. Mimmo Cangiano ricostruisce accuratamente in questo saggio le influenze europee e americane di tale crisi, che non è solo letteraria ma anche epistemologica e politica, giungendo in questo modo a rinvenire la specificità e la complessità della letteratura italiana di quel periodo. Le opere di Pirandello e di Papini, di Soffici o di Michelstaedter, in dialogo costante con il pensiero di Nietzsche, di Mach o di Croce, si rivelano preziose anche per comprendere le vicende storico-politiche che segnarono l’Italia durante gli anni che precedettero la dittatura.
- Introduzione
- 1. Una dialettica dello storicismo. Pirandello, l’Umorismo e I vecchi e i giovani
- 2. Modernismo e nazionalismo. Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini
- 3. Il punto di vista della vita. Ardengo Soffici e Aldo Palazzeschi
- 4. Colorata durezza dell’essere. Giovanni Boine e Piero Jahier
- 5. Etica e consenso. Scipio Slataper e Carlo Michelstaedter
- Ringraziamenti
- Riferimenti bibliografici
- Indice dei nomi
MIMMO CANGIANO
Mimmo Cangiano
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