la guerra di liberazione
Riguardo Kherson. Ovviamente è ancora molto presto e ogni valutazione è altamente a rischio, ma sprezzo tanto il pericolo quanto il ridicolo e, quindi, eccomi qua.
In estrema sintesi: il ritiro di Kherson è, in termini militari, una cosa giusta fatta nel modo sbagliato.
Alex Rossi di Sky è accolto da una folla di civili ucraini mentre il team di Sky News diventa il primo giornalista straniero a raggiungere la città liberata di Kherson
- Giusta, perché tenere una posizione difensiva senza linee logistiche affidabili significa perdere le truppe che la difendono. Se poi, come in questo caso, il nemico non è tanto fesso da logorarsi in attacchi frontali stile Bakhmut, tanto meglio sgomberare per preservare le forze.
- Nel modo sbagliato, perché in queste settimane gli attacchi in profondità ucraini hanno pesantemente logorato le forze russe e gravemente compromesso le possibilità di movimento degli invasori. Il mantenimento della linea di contatto a circa 40 km dai punti di attraversamento (in alcune zone è meno, in altre più, la media è questa) significa che le truppe in ritirata devono coprire questa distanza, sotto un fuoco di artiglieria che si è rivelato spesso micidiale. Il fango, poi, complica ulteriormente le cose: la ritirata dovrà avvenire lungo le strade e lì può diventare un tiro al tacchino.
Di conseguenza, è difficile che le truppe evacuate possano portare con sé molti mezzi ed equipaggiamenti (e sappiamo che le riserve materiali russe non sono messe benissimo), mentre è possibile che, invece di una graduale ritirata, si rischi una rotta totale. L'unico modo di evitarlo sarebbe quello di lasciare un velo di truppe a difesa della ritirata, di fatto condannandole a una battaglia disperata. Servono truppe di prima qualità che si sacrifichino: proprio quelle che si dovrebbero preservare. E anche così, non è detto che la difesa regga. Anzi, basta che ceda in un paio di punti perché tutto il dispositivo crolli e con esso ogni tentativo di ritirata organizzata. Tanto più che gli ucraini stanno premendo e hanno ottenuto importanti successi proprio in queste ore, come mostra la prima immagine.
Insomma, non è affatto certo che i russi libereranno truppe efficienti, qualificate, equipaggiate e soprattutto motivate per impegnarle altrove, mentre è sicuro che gran parte delle forze ucraine oggi impegnate in zona potranno essere spostate dove serviranno.

Un'ultima nota sua una possibile trappola: non lo credo realistico. Se non altro perché a Kherson, oltre a un bel po' di satelliti e altri strumenti di ricognizione, ci sono parecchi partigiani e probabilmente molti operatori delle forze speciali ucraine. Difficile preparare una trappola se hai tutti quegli occhi addosso. Altro problema: in queste settimane, i russi hanno evacuato un bel po' di persone. Alcuni saranno stati deportati, ma è facile pensare che il grosso fossero collaborazionisti e filorussi. Insomma, hanno svuotato la città dalla popolazione amica per tenersi quella ostile: non mi pare una mossa sensata, se ci si vuole difendere a oltranza.
Nella seconda immagine: manifesto propagandistico con il motto "Kherson - per sempre con la Russia". See, lallero.
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