Sotto le palme in collina 🦘

Data la sua posizione molto più elevata rispetto al mare, il dottor Maturin era stato raggiunto dal sole dieci minuti prima; tut tavia, al pari di Jack Aubrey, anche lui si rigirò inquieto, poiché aveva dormito altrettanto male. La luce sfolgorante ebbe però la meglio. Stephen aprì gli occhi e si guardò intorno, intontito; un istante prima si trovava in Irlanda, sottobraccio a una ragazza, e la sua mente non riusciva a orientarsi nel mondo reale. Sentiva ancora il tocco della mano di lei e perfino il suo profumo; con fare distratto raccolse le foglie che aveva schiacciato sotto di sé: dianthus perfragrans. La fragranza poté così essere riclassificata - un fiore, niente di più - e il contatto evanescente, il tocco del le dita, scomparve. Sul volto di Stephen Maturin si diffuse una profonda infelicità e gli occhi gli si velarono. Era stato un attaccamento eccessivo, il suo; e lei era così legata a quel tempo...

Il trauma, quel genere particolare di trauma, lo aveva colto impreparato, penetrando sotto tutte le corazze possibili e immaginabili; per qualche minuto, Stephen quasi non riuscì a sopportarne il dolore e rimase immobile, battendo le palpebre nella luce del sole.

 «  Cristo », disse alla fine, « un altro giorno! »
 A poco a poco l'espressione del viso si fece più distesa e Stephen si alzò, si ri puli i pantaloni dalla polvere e si tolse la giacca per scuoterla. Con grande mortificazione, vide che il pezzetto di carne che si era messo in tasca di nascosto durante la cena aveva unto sia il fazzoletto sia la tasca. « Che prodigiosa assurdità farsi affliggere da una sciocchezza del genere, eppure mi ha fatto rimanere ma le», pensò, sedendosi a mangiare il boccone di carne (spezzati no di montone); e per un attimo i suoi pensieri andarono a Paracelso, a Cardano, ad ar-Razi. Era seduto nell'abside in rovina della cappella di San Damiano che dominava a settentrione Port-Mahon, il porto e la distesa vasta del mare, un blu variegato e intersecato da meandri più chiari; il sole nitidissimo si elevava di una spanna sull'orizzonte in direzione dell'Africa. Ste. phen si era rifugiato li qualche giorno prima, non appena il suo padrone di casa aveva cominciato a dar segni d'insofferenza; non aveva atteso una vera scenata, essendo già troppo logorato nell'animo per poterla sopportare.

Notò che le formiche si stavano portando via le briciole. Tapinoma erraticum, pensò. Camminavano in fila, in un andare e venire ininterrotto dentro e fuori della sua parrucca, che giace va a terra e aveva un aspetto molto simile a quello di un nido abbandonato, sebbene un tempo fosse stata in perfetto ordine. Correvano con l'addome rialzato, evitandosi e tuttavia scontrandosi; lo sguardo di Stephen seguì le instancabili creaturine e, mentre lui guardava loro, un rospo guardava lui: i loro occhi s'incontrarono e Stephen sorrise: un rospo splendido, doveva pesare almeno due libbre, con gli occhi scuri e brillanti. Come riusciva a sopravvivere con la poca erba di quel terreno sassoso e battuto dal sole, aspro e bruciato, senza alcun riparo se non qualche mucchio di pietre bianche, radi cespugli striscianti di capperi e un cisto di cui Stephen non conosceva il nome? Per di più quell'inverno del 1799 era stato singolarmente asciutto: era no mancate le piogge di marzo e il caldo era arrivato troppo presto. Con grande delicatezza Stephen allungò il dito e accarezzò la gola del rospo, che si gonfiò un po', mosse le zampette e poi tornò a sedersi, placido.

Il sole saliva, sempre più alto sull'orizzonte. Non era stata una notte fredda, ma quel calore faceva piacere. C'erano cul bianchi dalle ali nere, che dovevano avere una covata non lonta no di lì, e una piccola aquila nel cielo; poi, proprio sotto il cespuglio in cui Stephen stava a orinare, c'era una pelle di serpe in condizioni quasi perfette.
«50 Che pensare dell'invito del capitano Aubrey? » disse ad alta voce, in quel gran vuoto di aria e di luce, tanto più vasto ri spetto ai terreni abitati più in basso, con la scacchiera dei campi coltivati che si perdevano verso le colline indistinte e grigiastre «Sarà una promessa di marinaio? Eppure è stato un compagno così piacevole e schietto... » rifletté, sorridendo al ricordo. «Ma tutto considerato, ci sarà da fidarsi? Abbiamo cenato magnificamente

Frugare sottolinea sotto la 🌴 Carlos Cuarteroni, esploratore del Borneo è  Sandokan?*


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