OggettO 1994

 Una soluzione per ogni oggetto connesso

agire in tempo reale direttamente sul dispositivo legato all'Internet of Things: ogni oggetto connesso debba essere protetto con un sistema specifico. Le nostre soluzioni hanno una base pubblica attraverso codice open source, anche perché crediamo molto nella trasparenza. Poi andiamo a implementare una serie di algoritmi proprietari che proponiamo col pacchetto aziendale

Sono scesi in campo per proteggere l'oggetto connesso, che è sempre più diffuso tra aziende e privati e presenta però sempre più elementi di vulnerabilità. L'intuizione iniziale di Exein, start up romana oggi presente con una propria filiale anche a San Francisco, è di Gianni Cuozzo, nato in Germania nel 1990, volto noto del mondo digitale, un passato come membro di un noto collettivo hacker tedesco. «Siamo l'unica realtà in Italia e tra le pochissime nel mondo a sviluppare soluzioni di sicurezza che vanno ad agire in tempo reale direttamente sul dispositivo legato all'Internet of Things: ogni oggetto connesso debba essere protetto con un sistema specifico. Le nostre soluzioni hanno una base pubblica attraverso codice open source, anche perché crediamo molto nella trasparenza. Poi andiamo a implementare una serie di algoritmi proprietari che proponiamo col pacchetto aziendale», afferma Gerardo Gagliardo, Cfo di Exein, un passato in Ferrari e da tre anni parte di questa squadra composta da venti persone divise tra Italia, Stati Uniti e vari Paesi al mondo. La società ha fatto un primo round da 2 milioni di euro e poi è arrivato nell'agosto 2021 un round da 6 milioni, soprattutto con investitori esteri. Oggi nel portafoglio conta una decina di grandi aziende.

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